una vita in maschera
Articolo apparso sul numero di febbraio 2024 della rivista Gente Sana
“Non mi riconosco più, non mi interessano più le cose che mi interessavano prima, non ho più voglia di fare le cose che facevo prima, uscire, stare in mezzo a tanta gente, fare festa, shopping. Fino a qualche mese fa ero una persona super attiva, mi alzavo la mattina e senza accorgermene non mi fermavo un attimo fino a sera. Adesso faccio a stento e con sforzo il minimo indispensabile e starei ore solo a coccolare il gatto. Piango spesso. Da settimane ho la pancia gonfia e nessun tipo di dieta e accorgimento ha cambiato le cose. Mi dicono che sono depressa e dovrei farmi curare. Non capisco cosa mi stia succedendo. Il lavoro non mi stimola più, l’ambiente che si è creato mi opprime ma non ho idee su cos’altro mi piacerebbe fare. Mi sembra di aver perso la creatività e non riesco a immaginare come sarà il mio futuro”.
Quanta paura fa quella pausa tra un inspiro e un espiro, eppure di questo si tratta: una pausa tra due respiri. Fin da piccoli impariamo a funzionare in un determinato modo in risposta agli stimoli esterni, alle aspettative che ci sovrastano e per non sentirci feriti da ciò e da chi non ci riconosce per chi siamo veramente. Senza esserne del tutto consapevoli, iniziamo a indossare una maschera che ci fa apparire come gli altri vogliono vederci e come noi crediamo di volere che gli altri ci vedano e non sempre le due cose combaciano. Crescendo, le corazze diventano stile di vita, abitudini, gusti e modi di fare. Spesso dettano scelte professionali e personali scrivendo una storia che, però, non è realmente nostra. Così, quando la nostra origine ne ha abbastanza di vederci giocare al carnevale per tanti anni di seguito, pezzetto dopo pezzetto inizia a mandare in frantumi ciò che separa dall’essere autenticamente sé stessi.
Raramente si è preparati in quanto convinti di essere ben posizionati nella propria traiettoria. Non sono anni perduti, hanno aiutato a farti comprendere la tua autentica natura per quando poi arriva il momento di aggiustare la direzione. Il tempo tra due respiri, prima di poter inspirare l’essenza di te, permette la conclusione dell’espirazione di chi non sei più o non sei mai realmente stata. Fa paura, manca l’aria e sembra durare in eterno ma non è così. L’aria ritorna, tu ritorni! Affinché accada armoniosamente, serve la tua disponibilità, la tua accoglienza, la tua consapevolezza. Prima di avere nuove idee e progetti rivolti al futuro (l’inspiro), il passato scivola via facendo spazio (l’espiro), nel frattempo tu semplicemente stai (la pausa), osservi e inizi a ri-conoscerti. Quale condizionamento interiore devo affrontare per uscire dal vecchio stampo e permettere a qualcosa di nuovo e migliore di emergere? Si comincia a incontrare tutto ciò che è stato spinto in profondità.
Anche se non riesci ancora a vedere cosa c’è dall’altra parte, questo lavoro interiore dona una chiarezza mentale che può accogliere i cambiamenti che presto arriveranno. Prima di provare un senso di libertà e di liberazione (a portata di mano dietro l’angolo), il più delle volte si è accompagnati da ansia e paura. Abbracciare il cambiamento può essere spaventoso e difficilmente ci si vuole sentire a disagio. Si sta facendo strada qualcosa di nuovo e bisogna che tu sia disposto a pensare in modo nuovo per poterlo abbracciare. La resistenza al cambiamento può essere radicata in maniera molto forte, a livello di sopravvivenza, viscerale: “No! Non lo farò. Non mi muoverò. Non portatemi via quella tal cosa. Voglio che nulla cambi“. Questo “no” può sembrare incredibilmente reale, come se si fosse sul punto di morire.
Non abbiamo ancora imparato del tutto che la vita è amichevole e che siamo al sicuro, che ci appartiene. Per questo è facile percepire il cambiamento come una minaccia. Ma il futuro non è il passato. L’errore che spesso si commette è quello di pensare che il futuro sarà doloroso come alcune esperienze fatte. E così non ci fidiamo del cambiamento, non ci fidiamo della nostra e dell’altrui capacità di cambiare, di essere diversi da ciò che eravamo. Sappiamo di poterci difendere da ciò che conosciamo. Il futuro, invece, è ignoto e quindi non abbiamo modo di proteggerci da esso. “Come faccio a sapere che non sarò ferito e destabilizzato?“.
Ci si affida alla vita, in un profondo e devoto moto di resa interiore! E la vita, che ci vuole vivi e felici, per noi si adopererà in una riorganizzazione così radicale della realtà, in cui tutte le persone, i luoghi, le cose, le risorse si allineeranno in modo da fornire maggiori benefici e armonia per tutti. È un processo intrinsecamente positivo ma che implica uno scuotimento dell’attuale status quo. Quindi, in qualche misura, è implicito il disagio. Apriti alla possibilità che, al di là della paura del mutamento e della riorganizzazione dell’attuale situazione, ti aspetta anche la rivelazione dei tuoi doni. Ognuno di noi ha una ricchezza di doni interiori e di risorse da condividere; ciò deriva dalla natura luminosa e brillante della nostra anima. Tuttavia, non tutti ne siamo consapevoli. A volte si cade in una tale familiarità con la quotidianità da condurre la propria esistenza senza essere in contatto con quel qualcosa di speciale dentro sé che aspetta di essere goduto e donato. Affinché il potenziale più grande possa affiorare, si deve creare più spazio per esso; uscire dalla comodità del conosciuto e rischiare di lasciarsi andare un po’ di più, di condividere un po’ di più, di essere e dare più liberamente, di mostrarsi un po’ di più, di confidare l’uno nell’altro, nella vita, nel dispiegarsi di una visione più grande. A volte, scuotere le cose aiuta a vedere la propria vita e i propri talenti da un nuovo punto di vista. Che cosa significherebbe riprogettare il proprio modo di vivere? Cosa potrebbe diventare disponibile che finora non si è visto o al quale non si sa come accedere?
Se ti dicessi che nella tua pancia gonfia ci sei tu? Sì, sei gravida di te e, come per ogni gravidanza fisiologica, riposo, cura, ascolto, piacere, introspezione, nuovi ritmi, altre priorità e interessi, tanta natura e almeno una decina di lune sono utili e necessari al partorir(e)si. A qualcuno dei tuoi amici può non andar bene come ti stai comportando, soprattutto farà fatica a comprenderti e probabilmente proverà ad ostacolarti o si allontanerà perché il tuo cambiamento lo mette di fronte a un proprio inascoltato bisogno di cambiare. Altri si preoccuperanno perché non educati a tenere il campo per l’evoluzione dell’altro senza entrare nel fare, dire e giudicare. Alcune relazioni resteranno nel passato, altre si amplieranno e porteranno nuovo splendore. A chi ti è più vicino chiedi che semplicemente ti resti accanto, senza richieste, senza pretese, senza aspettative, senza suggerimenti. Ricordagli quanto è stato fondamentale per te, alla nascita dei vostri figli, sentire la sua presenza forte e stabile; vedere nel suo sguardo la fiducia nel tuo sapere e nel tuo istinto, appoggiarti al suo esserci incondizionato. Sei pronta per attraversare la notte buia dell’anima con la certezza che stai diventando faro per chi è già lì con te e chi t’incontrerà.
Clarissa Semini
Origine
© Clarissa Semini