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(S)Fortuna? No grazie, good vibes!

da | Ago 5, 2022

Articolo apparso sul numero di aprile 2022 della rivista Gente Sana.

Aumentato esponenzialmente con gli ultimi e attuali eventi, da sempre si legge o sente spesso dire che “siamo proprio fortunati ad esser nati in questo angolo di mondo” oppure inversamente “è sfortuna se sono nati in quei paesi”.
Queste affermazioni mi riportano alle innumerevoli volte che, durante gli accompagnamenti per gravidanza nascita e genitorialità consapevoli, dico ai genitori che i loro bambini li hanno scelti esattamente per come sono e per l’ambiente in cui sarebbero cresciuti, perfetti per l’esperienza e l’evoluzione che la loro anima ha scelto di compiere.

Non mi tratterrò mai dal ripetere che siamo incessanti creatori delle nostre vite e che è blasfemo ridurre il viaggio di un’anima a una questione di fortuna. Anche in questo caso, lo sforzo (?) da fare è quello di aprirsi ad una visione più ampia. Serve una ricalibrazione percettiva. Il luogo di nascita, la mappa astrale, le persone che ci circondano, gli eventi che attraversiamo, ecc. sono tutti pezzi del puzzle, che abbiamo accuratamente predisposto, funzionali all’espressione della propria essenza e ad uno scopo più grande e ci aiutano a ricordare e manifestare Chi siamo e cosa siam venuti a fare.

Per quanto sia difficile osservare la tragicità di certe situazioni, è necessario ricalibrarne la percezione spostandosi da uno stato illusorio di vittimismo e impotenza a uno di responsabilità, scelta e potere. In effetti non è questione di accettare che certe realtà continuino a imperversare ma di mantenere accesa la fiducia per alcuni, la certezza per altri, il sapere per altri ancora, che la vita è alleata e sempre a favore e ne siamo tutti alla guida. Se lo sguardo che ho sull’altro contiene l’informazione che è un povero sfigato che si è ritrovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, disonoro la sua divinità, il suo valore, la sua intelligenza cosmica, il suo potere interiore, la sua abilità di muoversi con la vita verso la propria evoluzione.
Ciò che riverbererà quindi in lui sarà un senso di totale inettitudine e disperazione di fronte alla realtà in cui crede di ritrovarsi suo malgrado e, anziché liberarlo, lo incastreremo in paludose forme-pensiero.

E se, invece, amplificassimo il senso di gratitudine?
“Grazie per aver scelto di attraversare questa esperienza così da risvegliare in altri il senso di cooperazione e pace.
Grazie per il tuo coraggio, per aver preso un posto scomodo all’interno di questa rappresentazione così da evocare in altri il valore dell’unione, del rispetto e della libertà.
Grazie per il tuo (sacrificare) rendere sacra la vita permettendo così ad altri di ricordare cosa son venuti a fare.
Grazie per aver scelto di interpretare un ruolo che spinge altri ad appellarsi ad un amore più grande.
Grazie perché il tuo essere in quella parte del mondo fa cadere in altri barriere e confini.
Grazie … e, consapevole della magnificenza della vita e con dedizione, nell’onorarti mi impegno a migliorare e onorare il mio essere in questa parte di mondo e il nostro essere assieme sulla Terra!”

Non si tratta di divenire esoterici, è una costante attivazione di un diverso modo di pensare. Una ricalibrazione percettiva che va ben oltre ai limiti di un determinato evento o alla cittadinanza di un paese. Il tuo compito è di percepirti come cittadina/o di Gaia.
Tu hai energie planetarie, non svizzere. La tua cultura non è quella del popolo al quale credi di appartenere bensì quella di Gaia e a Lei porti il tuo contributo per la trasformazione in atto. E così anche altri sparsi nel mondo inizieranno a sentire la stessa cosa, a questo l’umanità si sta risvegliando.
Hai una famiglia molto allargata e ogni componente si trova esattamente dove ha scelto di essere per il suo bene e per quello più grande.

Attraverso questa rubrica vogliamo diffondere consapevolezza sull’essere Umani. Se hai una domanda o senti il desiderio di una condivisione mi trovi qui: clarissasemini@clarissasemini.ch