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Origine

da | Mag 29, 2018

Nascere richiede un tempo, scandito dal mistero.
Nascere richiede fiducia, nutrita dalla devozione.
Nascere richiede coraggio, spronato dalla gioia.
Nascere richiede apertura, aggraziata dall’amore.

Che sia un bambino, che sia un progetto, nascere (postparto incluso!) richiede presenza.
Nel mio caso il concepimento è arrivato dopo svariati tentativi, illusioni, delusioni, nuove direzioni, radicato sapere e, finalmente, la resa: nell’istante in cui l’anima comincia a solleticare il controllo, il guscio di un seme si scioglie e sostenuto dalle sue radici, regala la sua gemma alla vita.
La gravidanza è stata una dolce attesa, notti di paure, passeggiate tra i sogni, azzeramenti e ricostruzioni, silenzio e una luce sempre qualche passo più in là.
Ho sentito in maniera chiara e tangibile quando ho iniziato ad aprirmi. Non quando io l’avevo previsto, anzi, avevo già un piede nella rassegnazione. È accaduto quando tutto era nel suo ordine perfetto, quel tutto e quella perfezione che umanamente restano inafferrabili.
Un’onda leggera, inizialmente quasi impercettibile ma distinta, un cambio di energia, di stato d’animo, di attenzione. Un ritmo unicamente mio e della vita, scollegato da ogni mio volere, ancorato in tutto il mio essere.
La luce, per tutto questo tempo sempre qualche passo più in là, ha iniziato ad essere più vicina. Un richiamo ineluttabile.
Abituata alla tensione della freccia tesa nell’arco che punta al futuro, più mi aprivo più mi sentivo tornare a casa, diventare casa, essere casa, nascere.
Un’altra importante responsabilità mi aspettava: “come ti chiami?”
Così come faccio con i genitori, ho accompagnato me stessa alla ricerca di quel suono preciso, fatto di colori precisi, di dati, codici, racconti, talenti. Altra sfida: sapere che l’avrei trovato nel dubbio insidioso di non riuscirci. Fino a quando, all’improvviso, in mezzo al brusio di mille parole, concetti e idee, in un spazio indefinibile della mente, quel suono ha preso la sua forma e si è dichiarato.

Immersa nella gioia annuncio la nascita, a Mesocco, del mio Centro, Spazio, Tempio

 

Origine

Clarissa Semini

Origine è il centro per corsi, accompagnamenti, trattamenti e incontri.
Origine è lo spazio per momenti di ritiro, di ritorno a sé, di preparazione ad arrivi e partenze.
Origine è il tempio per celebrare.
Origine è l’abbraccio della Madre nel quale ti invito a nascere.

Origine ti apre la porta, vieni ad incontrarTi.

 

Foto seguiranno man mano, tieni d’occhio il calendario degli eventi e …stay tuned😊

 

La Porta Fatata è opera dell’artista Evi Lurati Renner, Slitzwitz, che ringrazio di cuore per dare forma alla Magia!