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la cura

da | Feb 12, 2022

Articolo apparso sul numero di febbraio 2022 della rivista Gente Sana.

Ho iniziato a tossire e ad avere mal di gola. Subito ho “visto” avanzare verso di me un nuvolone nero: l’eggregora del virus.
Portava con sé grandi quantità di paura, confusione, angoscia, vergogna, sensi di colpa, solitudine. Non era questa la versione che volevo vivere così ho “guardato” dall’altra parte e lì c’era una nuvola bianca: soffice, scintillante, dentro la quale veniva voglia di tuffarsi … e così ho fatto.
Mi sono tuffata in me e ho chiuso tutto il resto fuori, visto che fuori era tutto un “Sei stata dal medico? Hai fatto il tampone? Hai medicinali? Hai misurato la febbre? …” Non era in quelle domande che avrei trovato le mie risposte e volevo assumermene la responsabilità, libera di cambiare idea lo avessi ritenuto necessario.

Ho dato piena fiducia al mio corpo eseguendo le sue indicazioni: cosa mangiare, quando digiunare, rimedi da assumere.
Ho dato pieno ascolto alla mia anima seguendo le tracce che mi indicava, le emozioni che emergevano, i ricordi che apparivano, le intuizioni, i sogni. Ho chiesto alla mia mente di aiutarmi ad interpretare e conoscere. Ad ogni comprensione, semplice o complessa che fosse, seguiva un’ondata che io percepivo come febbre e la tosse apriva la strada a nuova catar-si. Due intense settimane, le notti in poltrona, volevo la neve ma splendeva il sole. Tutto parte del processo.
Bronchite? Influenza? Non so, non ero interessata a dargli un nome. Ho scambiato qualche messaggio con un’amica naturopata e grande ascoltatrice e questo mi era sufficiente. Dopo la notte peggiore ho avvertito un clic interiore: il processo era terminato.
Mal di gola scomparso e solo sporadici colpi di tosse.
Sono totalmente cosciente di cosa sia avvenuto? No, parzialmente mi basta ed evidentemente anche al mio corpo.
Qualcosa in me è cambiato? Sì … e anche in te che sei con me nel campo della creazione.

Ne ho abbordato l’argomento qui per invitarti ad estenderne il senso anche a situazioni ben più delicate.
Qualcuno vorrebbe farci credere che qualsiasi mal-attia è un male da combattere. Una lotta dove possono solo esserci vincitori o vinti per la quale, in alcuni casi, c’è in palio la morte che, qualcuno, vorrebbe farci credere essere la punizione estrema. Se ne parla utilizzando una terminologia bellica continuando a distorcere, suggestionare e controllare la percezione della realtà, la relazione con il corpo, la comprensione della morte e ad appiccicare fette di salame agli occhi.
E se la malattia fosse la cura?
Come ti fa stare sapere che la malattia è tua alleata? La malattia è la cura per ciò che in te e in tutto il tuo campo è pronto a cambiare. La cura che tu crei per portare alla luce il processo già iniziato. La guarigione (quella autentica e che non centra con vita contro morte) sta nella qualità della tua presenza durante la cura, nella comprensione di quanto il tuo sistema ti sta comunicando, nel sostenerlo e agevolarlo e nel cambiamento che porterai a compimento con curiosità e gioia, iniziando a percepire, intendere, osservare diversamente da come lo facevi prima.

Il corpo umano è strabiliante, la sua intelligenza è semplicemente perfetta! La nostra responsabilità è quella di affinarne l’ascolto e la comprensione e, soprattutto, di smetterla di interferire mettendoci tra i piedi con credenze, condizionamenti e ragionamenti contorti. C’è una precisione innegabile in ciò che sei, in ciò che vivi e in ciò che il tuo corpo manifesta e puoi riconoscerla nel momento in cui ti allinei a te stessa/o. In te ci sono trilioni di cellule ognuna delle quali ha la sua propria ed unica intenzionalità, comunicano tutte tra di loro e sono tutte all’opera per il tuo massimo bene supremo. Trilioni di creature fisiche al tuo servizio!
A te spetta solo chiederti: cosa posso fare per non interferire? Sapendo che ciò che penso e provo ha un riverbero nell’atmosfera che avvolge il trilione di cellule al mio servizio, a cosa rivolgo il mio pensiero e quali emozioni decido di amplificare?