

La cura del rito
Articolo apparso sul numero di giugno 2022 della rivista Gente Sana.
Resto sorpresa ogni volta che vedo l’incanto negli occhi a chi propongo di fare un rito.
Mi capita spesso di portare questo invito perché, mi rendo conto dallo stupore altrui, è parte naturale ed integrante del mio vivere ma non altrettanto di quello di altri, o non in maniera consapevole. La ritualità da sempre accompagna l’essere umano che necessita di questi momenti per concretizzare dei passaggi. Nasciamo ed è subito ritualità ripetuta quotidianamente, senza che nessuno glielo insegni, tra genitori e bambino. Solo non ci si porta attenzione e, man mano che i bambini crescono, anziché continuare a dedicare alcuni di questi atti preziosi a sé stessi, si dimenticano.
Le cerimonie che celebro durante le gravidanze sono composte da diversi rituali con l’intento principale di offrire, assieme alle donne che più le sono vicine, benedizioni alla futura madre. Sono sempre momenti molto speciali e toccanti che riavvicinano al proprio sentire, al vivere quel tempo di passaggio fermandosi per ascoltare ciò che sta accadendo, per permettersi di gustare un periodo tanto magico e sacro della vita. Nell’accogliere questa cerimonia, la donna incinta offre anche alle altre donne presenti la possibilità di prendersi interiormente cura del proprio vissuto, di onorare la propria individuale esperienza di maternità e genitorialità. Toccare con mano e vedere con gli occhi la presenza di altre donne che si dichiarano concretamente disponibili a onorare, supportare e facilitare il divenire madre di un’altra donna, genera una potente onda di guarigione, fiducia e amore a beneficio di tutta l’umanità.
La gioia di tutto questo è che poi, vissuta la bellezza una volta, la si desidera portare nei successivi istanti preziosi della propria vita. Così capita che neogenitori mi chiedano di “battezzare” i loro bambini e insieme diamo vita a meravigliose cerimonie di “Benvenuta/o sulla Terra”.
Alcuni bambini sulla Terra si fermano solo il tempo di un incontro o di un battito d’ali nel grembo, celebrare il loro passaggio aiuta a riconoscerne anche il dono e a consacrare il loro posto all’interno del nucleo famigliare.
C’è chi si domanda cosa fare con la placenta perché sente che proprio uno scarto non è.
E quando la placenta ormai non c’è più che si fa? Si usa l’immaginazione, la si crea e ci si fa aiutare dal bambino.
Quanta complicità e magia si sprigiona grazie ai riti!

Foto di Lara e Ale Phototellers
Amo la semplicità e la spontaneità, soprattutto quando protagonista è l’intimità di una persona che sta compiendo dei passi verso sé stessa. Immergere le proprie mani nude nella terra, mescolarla assaporandone la freschezza e la consistenza, annusarsi con un respiro profondo le dita prima di prendere delicatamente uno seme e deporlo lì dove ci siamo appena lasciati accarezzare da Madre Terra, farlo con un intento e per un motivo, ricoprirlo di terra e versarvi dell’acqua, adagiarci sopra dei petali e altri semi per gli uccellini … è celebrazione.
Non è sempre necessario ci sia chi guida la cerimonia. Dare qualche piccola indicazione se richiesta, ricordare di avere rispetto per la natura e usare solo cose che non la nuocciano (no palloncini lanciati in aria per dirne una), dichiarare la mia disponibilità a mantenere da lontano lo spazio per chi celebra, sapere nel profondo che sarà tutto perfetto e ricevere qualche ora dopo immagini o un breve video di com’è andata, bagna ogni volta i miei occhi con lacrime di pura gioia e soddisfazione!
Il rito cura perché celebra la vita nell’istante presente. Magari è ispirato da un evento passato o a un sogno per il futuro ma appena lo immaginiamo e realizziamo e viviamo, ci stabilizza nel qui e ora.
Il rito cura perché, nel movimento dei nostri gesti, nell’attenzione del piccolo particolare, nel creare bellezza, libera la mente da pensieri erranti e ci connette istantaneamente alla sorgente delle intuizioni.
Il rito cura perché ha la grande forza di connettere dolore, tristezza, paura, speranza, desideri, sogni … alla gratitudine e da questa unione nasce lo spazio per guarigione, trasformazione, comprensione e accoglienza.
Attraverso questa rubrica vogliamo diffondere consapevolezza sull’essere Umani. Se hai una domanda o senti il desiderio di una condivisione mi trovi qui: clarissasemini@clarissasemini.ch


Clarissa Semini
Origine

© Clarissa Semini