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essere Umani

da | Lug 26, 2022

Articolo apparso sul numero di marzo 2022 della rivista Gente Sana.

Osservare le persone è qualcosa che mi ha sempre intrigato, fin da bambina. Ad ogni viaggio in auto, breve o lungo che fosse, mi fissavo sulle persone fuori dal finestrino. Mi domandavo cosa stessero pensando, dove stessero andando, com’era la loro vita, cosa provassero in quel preciso momento. Ovunque ci fossero persone sentivo questo irresistibile impulso di voler sapere Chi erano, ma Chi erano veramente. Non guardavo l’aspetto, mi immergevo nel loro essere.
Una cosa soprattutto mi chiedevo: sono felici?

Non riuscivo a capirlo perché percepivo contraddizioni: c’erano sorrisi sui volti e tristezza nei cuori, oppure volti cupi e colori attorno; movimento nelle strade e solitudine interiormente, distacco fuori e amore dentro. Più l’incongruenza mi confondeva e anche un po’ spaventava più volevo comprendere. Cos’è la gente? Anch’io sono così? Perché fanno quello che fanno e lo fanno in quel modo? Come mai sembrano non accorgersi di parti di loro e gli uni degli altri?

Sono trascorsi una quarantina d’anni e di certo ha assunto diverse sfumature ma ancora mi incanta osservare le persone e indagare la natura umana. C’è un commento che, ogni qualvolta mi viene rivolto, mi tocca non nella maniera in cui ci si aspetterebbe: sei speciale! Ad infastidirmi e rattristarmi è il senso di inadeguatezza, sottostima e rassegnazione che riverbera nel campo di chi lo dice. Per quanto ci siano tutte le più buone intenzioni, infatti ne accolgo l’intento, nel momento che dici a me che sono speciale stai dichiarando che tu non lo sei e questo non corrisponde alla realtà e alla verità. Non è più tempo di frasi fatte che si ripetono senza nemmeno accorgersi di cosa si stia dicendo e, soprattutto, di cosa e come si stia creando attraverso di loro. È necessario abbandonare l’abitudine di appiccicare continuamente etichette addosso a sé e ad altri. Davvero si crede di poter definire in un paio di aggettivi l’universo racchiuso in ogni essere umano? Bambini cristallo o arcobaleno, giovani indaco, angeli delle praterie o fate delle foreste, abili o disabili, veggenti o sognatori, medium, geni o incompresi, …. Termini che indicano solo la ricerca di modelli esplicativi e giustificativi ma non dicono chi è quella persona. Anziché vedere veramente chi è l’altro, guardiamo attraverso questi filtri che creano distorsioni da entrambe le parti.

Siamo qui per scoprire ed essere l’interezza di chi siamo, questa modalità di catalogazione non facilita l’impresa e non è di aiuto ai bambini che dovremmo accompagnare nel ri-conoscersi individui unici e interconnessi. Siamo in una fase di transizione verso un nuovo modo di vivere, in ogni aspetto e su tutti i fronti. È insensato e inefficiente credere di poter continuare a funzionare come sempre fatto. Osservare le persone mi incanta e commuove perché vedo il mistero, la perfezione di un macrosistema che si rispecchia in un micromondo e viceversa. Vedo la fatica e il coraggio di andare oltre le apparenze, oltre le ferite e soffermarsi in quegli istanti in cui razionale e intuito si connettono al respiro della vita e danno forma alla realtà. A portata della mano di ognuno c’è l’essenza della libertà e se ora è più presente che mai è anche conseguente agli eventi degli ultimi anni.
La libertà autentica, una volta che ci si tende verso di lei e anche solo la si sfiora, insegna ad accendere il potenziale che così a lungo è stato sepolto da condizionamenti e bugie: incarnare la totalità dell’essere Umani.
Oggi la domanda che soprattutto mi chiedo è: sanno di poter essere felici?

Attraverso questa rubrica vogliamo diffondere consapevolezza sull’essere Umani. Se hai una domanda o senti il desiderio di una condivisione mi trovi qui: clarissasemini@clarissasemini.ch