

crescere insieme
Articolo apparso sul numero di marzo 2024 della rivista Gente Sana
Comunicare presume saper ascoltare ed è un’attitudine messa alla prova dalle distrazioni e dalla frenesia nelle quali si è immersi. Ascoltare necessita di un certo virtuosismo nello stare silenti al fine di comprendere le parole e oltre. Comprendere significa prendere in sé il messaggio che chiede di essere accolto discernendo da propri condizionamenti, interpretazioni, ecc.
Comunicare è un processo che, per poter avvenire in maniera pulita ed efficace, richiede presenza!
Quanta presenza mettiamo nella comunicazione con i nostri figli? Quando manifestano malanni e chiedono di rimanere a casa da scuola, su quale aspetto ci soffermiamo? A quale parte della loro richiesta decidiamo di dare autentico ascolto? La nostra risposta poggia su quale comprensione?
“Mercoledì sera mi ha detto di avere mal di gola, giovedì è rimasta a casa e le è passato così venerdì l’ho rimandata a scuola. Sabato e domenica nessun sintomo e lunedì mattina si è svegliata nuovamente con mal di gola”.
Che sia reale o simulazione, è in atto il tentativo di comunicare qualcosa, molto rappresentativo in questo caso il fatto che sia proprio la gola ad essere coinvolta. Il disagio potrebbe essere causato da un evento specifico che sta mettendo in difficoltà, da una situazione che ancora non si capisce chiaramente con conseguente fatica a verbalizzare ed esternare. A dipendenza dell’età in questione, ci sono validi aiuti che possono facilitare i genitori nel condurre il dialogo al fine di riuscire a svelare l’origine del sintomo.
Prima di decidere cosa fare, la madre ha ipotizzato alla figlia che il mal di gola fosse psicosomatico, spiegandole che poteva derivare da una problematica che stava affrontando. Le ha quindi letto, da un libro sul tema, un testo che riguarda il mal di gola: inibizione nell’esprimere la propria opinione e/o grande collera non comunicata e le relative domande “Con chi sono arrabbiata?” “Cosa avrei voluto dire?” “Cosa mi ha impedito di farlo?”. È stata in grado di riconoscersi nella rabbia repressa e di raccontare alla mamma una situazione che stava vivendo a scuola: un suo compagno con bisogni speciali in classe fa molto casino e a lei questo: “mi fa esplodere la testa!” ma si trattiene dal dirlo per non peggiorare le cose.
All’interno di una scelta educativa ben precisa che mira anche ad affiancare i figli nell’apprendere a risolvere i problemi e ad essere assertivi quando serve, prendendosi il tempo necessario per approfittare pienamente del potenziale di questa condivisione, la mamma le ha fatto notare come queste situazioni sono opportunità che le permettono di rafforzare certi suoi aspetti e difficoltà. Le ha spiegato l’importanza di vivere pienamente l’esperienza, di non fuggire o rifiutarla perché dentro ogni situazione c’è un tesoro che la riguarda personalmente. Forse si tratta di una qualità (energetica, spirituale, caratteriale, …) da rafforzare oppure, se già fatto, si tratta ora di trasformare in azione il valore, l’insegnamento, la conoscenza che ha dentro.

Alla fine della chiacchierata la figlia ha comunicato di aver deciso di parlare direttamente con la mamma del suo compagno per esporle il suo disagio spiegandole che così è impossibile seguire le lezioni e che quindi va trovata una soluzione. Inoltre vuole chiederle se c’è qualcosa che la classe può fare per attenuare o prevenire certe reazioni del compagno visto che loro non sanno come poter gestire la cosa. Sua madre le ha risposto che può contare su di lei e suo padre e che, se preferisce, possono andare loro a parlare con qualcuno a scuola ma lei ha ribadito di aver compreso che è importante per lei farlo e farlo direttamente con la mamma del ragazzo. Presa questa decisione è rimasta a casa ancora qualche giorno manifestando estrema stanchezza (il corpo che integra i passaggi dell’anima) e di questo tempo è stato fatto tesoro per ritagliarsi altri momenti di comunicazione chiara e profonda. “È stato bellissimo e ci ha unite ancora di più”. Queste sono occasioni sacre di comunione tra genitori e figli, tra persone che si sono scelte e stanno crescendo assieme.


Clarissa Semini
Origine

© Clarissa Semini