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il buio che accende

da | Mar 13, 2023

Articolo apparso sul numero di febbraio 2023 della rivista Gente Sana

Negli ultimi tre mesi ho letto e ascoltato di tante persone impazienti per il “ritorno della luce” (anche se non ha fatto che splendere il sole), l’allungarsi delle giornate, l’avvicinarsi di altre stagioni. Ogni volta, in risposta, sentivo di voler invocare ancora più buio.
Non per fermare il tempo ma per starci ancora più dentro in questo presente. Nemmeno per spirito di contraddizione ma con la preghiera di riuscire tutti ad afferrare fino all’ultima goccia l’elisir dell’inverno e di tutti quei momenti che vengono definiti bui perché racchiudono difficoltà e pena.

Quando si rompe un braccio non lo stacchiamo così da poter voltare pagina e subito continuare nella frenesia di giornate piene.
Lo teniamo stretto a noi, fermo e bendato il tempo necessario all’osso e alla ferita per guarire e vi adeguiamo il ritmo di tutto il resto. Perché, quando ad aver bisogno di attenzioni è una parte più intima di sé, si fa di tutto per ignorarla, nasconderla e allontanarla anziché dedicarsi alla sua guarigione? È perlopiù evidente accorgersi di una richiesta del corpo. Credo sia la stessa cosa anche per una necessità spirituale o emotiva ma, mentre che per il primo si corre ai ripari, per l’altra si corre via e basta.
Uno stato depressivo contiene un messaggio che l’anima assieme al corpo stanno comunicando:

“Stop! Non vogliamo più essere legati a questo avatar che hai creato nel mondo, ne abbiamo abbastanza!”.

Un gioco di suoni di parole nella lingua inglese rende bene il concetto: pensa al termine depressed come a deep rest = profondo riposo: il tuo corpo ha bisogno di essere depressed, ha cioè bisogno di profondo riposo dal personaggio che a lungo hai cercato di recitare. In questo profondo riposo tu hai la possibilità di ascoltare ciò che la tua anima ha da dirti.

Foto di Lara e Ale Phototellers

Anche senza chiamare in causa la depressione, questo vale per qualsiasi situazione che descriveresti come momento buio e, in maniera molto fisiologica e naturale, vale per questa stagione che mette a disposizione riposo, silenzio, ascolto, preparazione.
Nel buio puoi sentire la Terra, nel buio puoi vedere parti di te e com-prendere la vita. I bui mesi invernali sono coloro che portano la primavera, assicurano che il terreno sia pronto per la crescita dei fiori che sono già presenti ma per ora invisibili. La primavera è sempre presente e serenamente aspetta di svelarsi. Anche l’essere umano ha bisogno di un tempo affinché le esperienze fatte diventino nutrimento per ciò che di nuovo sta per fiorire.
Riposa nel buio e tienilo con te il presente oscuro, con la certezza che qualcosa di splendido è in arrivo e che stando nel buio tu diventi tutta la forza che serve per continuare ad essere luce.

La gratitudine, come già sai, è una formidabile risorsa: toglie istantaneamente dal pozzo del vittimismo e ti ricorda che sei alla guida della tua vita. Evocala e quando la senti, forte e presente, portala nel momento che stai vivendo. Non è importante se non vedi ancora il motivo per cui dovresti essere grata, più ci stai dentro con accoglienza e curiosità, più vedrai la prima scintilla illuminare quel buio. La vedrai diventare fiamma mentre inizierai a riconoscere che in quel buio, fin dal primo istante, c’eri tu che ti stavi chiamando e allora siediti davanti a quello che ora è un bellissimo fuoco d’amore e scoprirai che quel momento buio altro non era che una luminosa opportunità per incontrarti e conoscerti ancora più profondamente.

Attraverso questa rubrica vogliamo diffondere consapevolezza sull’essere Umani. Se hai una domanda o senti il desiderio di una condivisione mi trovi qui: clarissasemini@clarissasemini.ch