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ammalarsi per guarire

da | Feb 28, 2024

Articolo apparso sul numero di settembre 2023 della rivista Gente Sana

Abbiamo appreso l’abitudine di approcciare gli eventi, di guardare ciò che accade, soprattutto a noi stessi, da un punto di vista molto ravvicinato, che include ben poco più in là della nostra persona e delle presenze che fanno parte del nostro delimitato spazio personale. Cambiare questa abitudine può cambiare molto della e nella nostra vita.
Siamo esseri multidimensionali. Non ricordarsi di esserlo e/o non sapere cosa farsene di questa informazione, non annulla questo dato di fatto. Tutto il mistero che non sappiamo spiegarci non smette di esistere. Non è tutto il Grande che deve rimpicciolirsi per adattarsi al nostro piccolo, siamo noi che abbiamo il compito di aprirci sempre di più ad accogliere l’oltre a ciò che conosciamo, sappiamo e crediamo. Ogni istante è funzionale alla vita, ognuno di noi è servito dalla vita ed è al suo servizio. Anche una malattia. Anche la morte.

Che un disagio fisico porti con sé un messaggio è un concetto quasi consolidato. Questo messaggio però va accolto mentre respiriamo in quella parte di noi che sa, ricorda o percepisce che la propria esistenza è collegata ad altro e a quella di altri. In questo modo, assieme al prendersi cura di sé percorrendo la via che risuona più compatibile e coerente con chi siamo in quel preciso momento, iniziamo anche a includere attenzione nei confronti di un’informazione che si è risvegliata in noi. Non siamo stati posseduti dal male, il nostro corpo non ci ha traditi … questi sì sono tra i pensieri da estirpare se davvero vogliamo riportarci ad uno stato armonico.

Usiamo come esempio una malattia con fattori ereditari. La si può prendere come un destino crudele che non si poteva evitare o la puoi comprendere come una memoria cellulare del tuo sistema famigliare (con uno strascico nell’intero sistema umano) che tu adesso puoi andare a equilibrare. La cura rivolta ad un lignaggio, che per risonanza riverbera nell’intero campo degli esseri umani, amplifica il potere di guarigione, anzi, questa è la sola autentica guarigione.
Il più grande, l’umanità, accompagna il più piccolo, io! La malattia come mezzo per viaggiare verso la propria origine. Grazia, amore e consapevolezza possono essere lo spazio all’interno del quale il viaggio si svolge il meno drammaticamente e il più efficientemente possibile.

Se, al termine del viaggio, morissi … non hai perso, non eri in battaglia. Non hai lottato, hai amato!
Hai amato così tanto da essere pronta ad una nuova fase del tuo continuum.
Come la vivi è ciò che conta. Finché si continua a rivolgersi alla malattia con fare bellicoso e quindi a sentire la morte come una sconfitta, come la grande nemica da evitare il più strenuamente possibile, come la fine, ci si continua a privare dell’eternità. Abbiamo fatto così tanti pasticci con le parole! MALattia, è ovvio che quel mal ci condiziona. Sacrificare la propria vita non significa perderla come una vittima in cambio di qualcosa. Rendere sacra ogni un’esperienza (e/o una in particolare) facendola diventare un dono per sé stessi e per gli altri onorando così la vita stessa … e non per forza morendo! Ecco che si svela un potenziale evolutivo comune.

Foto di Lara e Ale Phototellers

Accompagna la scelta della tipologia di cura con una presa di coscienza. All’interno del tuo dna era rinchiusa una memoria che, nutrita durante i tuoi anni da diversi fattori, ha ora preso forma manifestandosi e rendendosi infine visibile a te che adesso sei nel momento perfetto per accorgerti di lei, osservarla, riconoscerla e liberarla. Chi prima di te, non te l’ha tramandata come un difetto di fabbrica. Prova ad immaginare che sia un diario crittografato, il diario di tutti i tuoi avi che i tuoi genitori hanno ora lasciato a te. Un diario magico risalente all’origine della vostra famiglia all’interno del quale sono custodite storie di persone ma anche traiettorie di anime, difficoltà e problemi ma anche talenti e soluzioni per risolverli, tante domande ma anche la strada verso le risposte. A lungo nessuno è stato in grado di leggerlo, poi qualcuno l’ha letto ma decifrato solo in parte ed ora è nelle tue mani. Grazie a te, è tempo di svelarne la magia in esso contenuta. Tu hai scelto di essere colei che, tra una missione e l’altra, avrebbe onorato e sanato ogni singolo passo camminato che ha portato a te affinché da te in poi si sarebbe scritta un’altra storia per tutti quelli dopo e per te compresa. Ammalandoti hai conquistato la chiave per guarire, te stessa e tutti gli altri.